giovedì 21 maggio 2009

21 maggio - Le violiniste della Saeco

Si lavora in catena alla Saeco. Le operaie sono quasi tutte donne. Tutte soffrono di dolori alle mani e alle braccia, molte hanno il tunnel carpale.

La dottoressa aziendale ha spiegato loro che è una malattia che di solito prende chi batte al computer, i violinisti, le ballerine, le mamme perché prendono in braccio i loro figli.

Alcune di loro sono molto giovani, credo non abbiano figli. Forse suonano il violino…

21 maggio - Davanti alla Oerlikon

Da Marzabotto a Porretta Terme la strada sale. Si fa fatica, ma non ci fermiamo. Arriviamo poco dopo l’una.

Siamo davanti alla Oerlikon. Gli operai e le operaie stanno uscendo per incontrarci e fermarsi a mangiare con noi.

Siamo in montagna. Arianna è al banco e offre a tutte e tutti da mangiare e da bere. Ha un sorriso che copre il sole.

Alla Oerlikon – ex Demm – sono circa 300. Ogni giorno, sono in cassa tra i 120 e i 150 lavoratori. Sono partiti con 13 settimane a marzo. L’azienda ha già chiesto una proroga. Oggi, sono a un quarto della produzione dell’anno scorso. Forse si parte a settembre con la cassa straordinaria, ma ancora non avranno finito quella ordinaria.

70 interinali, intanto, sono già andati a casa. Da fine dicembre a oggi, ne sono rimasti soltanto un paio. Il loro contratto scade tra poche settimane.

In tutto il gruppo, che ha vari stabilimenti, la direzione chiede esuberi per quasi metà della forza lavoro, senza nessun piano industriale credibile. L’azienda ammette tranquillamente che si è perso mercato per mancanza di innovazione tecnologica.

21 maggio - Porretta Terme

21 maggio - Porretta Terme


Davanti alla Oerlikon, ci sono tantissime lavoratrici e lavoratori. Vengono anche dalle altre fabbriche della zona. Le loro storie sono le stesse che ho ascoltato in questi giorni: cassa, cassa, cassa…

C’è Luciano della Metalcastello, cassa da aprile a luglio con la prospettiva di continuare anche dopo. 10 giorni al mese. Fa ingranaggi per trattori (CNH, Cat, Iveco, John Dear) e blindati (Meritor). Fatturava 67 milioni di euro nel 2007, 70 nel 2008, previsioni di crescita per il 2009. Oggi, difficilmente raggiungerà i 40 milioni. Luciano preferirebbe costruire soltanto trattori.

C’è Marco della Assalone, 22 dipendenti. In cassa a 0 ore fino a tutto luglio. Forse poi, dopo le ferie, “ci tocca anche settembre”. In 23 anni che lavora lì, è la prima volta che fa la cassa.

Poi ci sono le operaie e gli operai della Saeco, in cassa da febbraio. L’azienda potrebbe decidere di vendere. Forse a Electrolux, forse a De Longhi. E per ora, nessuna garanzia sui posti di lavoro. Producono macchine da caffè. L’ultima funzionava male. L’azienda ha inondato il mercato di un fallimento. Lo hanno pagato le operaie e gli operai.

21 maggio

21 maggio - Contro il fascismo. Di ieri e di oggi

Ieri e oggi sono due giornate particolari. Cambia il paesaggio, lasciamo la pianura e entriamo negli Appennini. Entriamo nella memoria. Quella dell’anti-fascismo e delle lotte partigiane.

Con i compagni dell’ANPI che abbiamo già incontrato a Modena davanti alla Manitou.

A Sasso Marconi, dove ci invitano all’inaugurazione di una strada in memoria di tutte le compagne i compagni licenziati per motivi sindacali e politici.

A Marzabotto, dove mi segno nella memoria questi quattro nomi, che trovo in mezzo a tantissimi altri: Adriana, Bruna, Giovanna, Irene…dieci anni, due, sette, cinque. Se guardi meglio, accanto ad alcuni nomi, ci sono i mesi. E i giorni. Lucia 9 mesi, Roberto 24 giorni.

Senza memoria non c’è futuro.

Siamo tutte e tutti anti-fascisti. Contro il fascismo di ieri e quello di oggi.

21 maggio - Prima del Giro d'Italia


Partiamo presto dal campeggio dove abbiamo dormito. Ci svegliamo e ci troviamo in mezzo a un bosco. Intorno non c’è più la pianura. Alberi e montagne, l’aria è più fresca, il sole almeno a quest’ora batte meno forte.

Partiamo diretti a Porretta, dove ci aspettano il sindaco di Marzabotto e quella di Vergato. Da qui domani passa il giro d’Italia, quello vero. Oggi ci siamo noi.

21 maggio - I lavoratori delle cartiere e le loro magliette rosse


A Sasso Marconi, insieme a noi, ci sono anche le lavoratrici e i lavoratori delle cartiere della Valle del Reno. Restano con noi sempre, da ieri pomeriggio davanti alla Arcotronics, fino a stamattina che andiamo a Marzabotto.

Vogliono una cosa semplice. Ce l’hanno scritta sulle loro magliette rosse (vedi foto). Vogliono lavorare.

Con la crisi delle cartiere, il territorio ha perso moltissimi posti di lavoro e rischia di perderne ancora. La Burgo ha chiuso, 25 lavoratori sono ancora in mobilità. Ha chiuso la Maglio, con oltre 60 lavoratori in cassa straordinaria e i macchinari già venduti. Nessuna speranza che la fabbrica riparta.

E’ in cassa anche la Reno de Medici, che avrebbe ancora mercato, ma ha colto l’occasione della crisi per fare interventi strutturali sullo stabilimento di Sasso. Gli altri 4 stabilimenti – in varie zone d’Italia – funzionano senza problemi. Qui, l’azienda ha deciso di tagliare. E’ l’unico stabilimento in Italia che produce soltanto cartoncino con materiale di riciclo… “soprattutto le rese del Resto del Carlino”, mi dicono.

Sono qui insieme a noi. Appartengono a un’altra categoria ma i problemi sono gli stessi delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici.

Sono tanti. Le loro magliette rosse riempiono tutte le foto che scatto.

[l'Unità, 21 maggio] In bici contro la crisi: "Industriali difendere il lavoro è utile anche a voi"

L'insolita carovana della Fiom veneta ieri è arrivata a Bologna, oggi continua verso Roma
 

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