mercoledì 27 maggio 2009

[Carta, 27 maggio] La Fiom in bicicletta

di Eliana Como

Sono partiti il 17 maggio da Padova, sono passati da Mantova, hanno attraversato l’Emilia Romagna, la Toscana e ora sono in Umbria. Poi Rieti e L’Aquila, infine Roma, il 31, a Porta San Paolo. Dove è iniziata da resistenza romana e dove si ricorda tutti gli anni il 25 aprile.

I metalmeccanici e le metalmeccaniche della Fiom sono in giro per l’Italia in bicicletta. Non sono ciclisti ma operai in cassa-integrazione. La loro non è una gara ciclistica, ma una manifestazione itinerante, un viaggio nell’Italia della crisi, un viaggio faticoso, sulle loro gambe, attraverso uno degli sport più popolari d’Italia, metafora del lavoro e della vita.
Sono partiti il 17 maggio da Padova, sono passati da Mantova, hanno attraversato l’Emilia Romagna, la Toscana e ora sono in Umbria. Direzione Terni, poi Rieti e L’Aquila dove incontreranno un altro gruppo di metalmeccanici in bicicletta partiti il 27 maggio da Pomigliano. Tutte e tutti insieme arriveranno a Roma il 31 a Porta San Paolo, dove è iniziata da resistenza romana e dove si ricorda tutti gli anni il 25 aprile.
Nel viaggio, i metalmeccanici in bicicletta sono passati davanti alla Belleli a Mantova, alla Rossi Motoriduttori e alla Manitou sulla via Emilia a Modena, all’Arcotronics nelle colline sopra Bologna insieme ai lavoratori delle Cartiere del Reno, alla Oerlikon di Porretta Terme; e poi in Toscana, venerdì alla Radicifil di Pistoia e sabato alla SCA di Pratovecchio; poi in Umbria alla Umbria Olii di fronte a quel che resta dello stabilimento dove sono morti Giuseppe, Vladimir, Tullio, Maurizio; venerdì a Terni allo stabilimento della Thyssen.
Di fronte a ogni fabbrica, ogni giorno, hanno trovato tantissimi lavoratori e tantissime lavoratrici, lì ad aspettarli. La loro storia è sempre la stessa: cassa integrazione, fabbriche che chiudono, precari che vanno via, migranti che rischiano di diventare clandestini. Sono storie – per tutti – di bassi salari, diritti negati, nessun rispetto per la dignità di chi lavora.
Le storie, i volti e il racconto del viaggio sono pubblicati ogni giorno sul blog www.lavoroinmarcia.org. E’ un’Italia di cui non si parla mai o mai abbastanza.
Il senso del viaggio è questo: portare a Roma le storie e la voce delle lavoratrici e dei lavoratori incontrati sulla strada. E’ quasi una staffetta, un passaggio di testimone, fabbrica per fabbrica, per ribadire che la crisi non è affatto finita e che per uscirne servono tante risorse e un nuovo modello di sviluppo. In Veneto da dove sono partiti ci sono 70mila lavoratori interessati da cassa, mobilità, riduzione dell’orario; in Emilia Romagna 60mila. Così in Toscana e in Umbria dove ci sono 10mila addetti metalmeccanici in cassa su 800mila abitanti. Se fossero partiti dal Piemonte o dalla Lombardia sarebbe stato ancora peggio. Altrettanto sarà nel Sud da dove parte il secondo gruppo il 27 maggio. 38 milioni di ore di cassa integrazione nel settore metalmeccanico nel solo mese di aprile. 15 volte tanto rispetto al 2008; quasi 3 volte tanto rispetto a solo pochi mesi fa.
La crisi non è affatto finita e non c’è nessun segnale di ripresa. Chi lo dice lo fa perché non vuole trovare risorse. Il rischio, invece, è che senza un intervento serio la situazione si esasperi e che le crisi di mercato si trasformino in crisi strutturali oppure che anche fabbriche apparentemente sane approfittino della crisi per ristrutturazione e tagli al personale.
Mancano pochi giorni all’arrivo a Roma dei metalmeccanici della Fiom. Arrivano il 31 maggio, pochi giorni prima della festa della Repubblica, quella democratica, anti-fascista e fondata sul lavoro. Vogliono celebrarla così: niente più parate militari il 2 giugno, se una marcia ci deve essere sia quella che stanno facendo loro, quella del lavoro, con le lavoratrici e con i lavoratori incontrati in questi giorni di viaggio, da una città all’altra, da una fabbrica all’altra.

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