venerdì 22 maggio 2009

Trieste, 22 maggio. Manifestazione nazionale Fincantieri

Incontrare Trieste, pedalando fra Porretta e Pistoia, può sembrare strano. In realtà oggi, nel capoluogo giuliano, si svolge una tappa importante del lavoro in marcia della Fiom.
Qui oggi, da tutti i cantieri del gruppo sparsi nel paese – Trieste, Marghera, Monfalcone, Ancona, Bari, Palermo, Castellammare di Stabia, Riva Trigoso, La Spezia, Genova – sono arrivati le lavoratrici e i lavoratori di Fincantieri.
Vengono qui a manifestare contro l’ennesimo accordo bidone, che attacca i loro salari e i loro diritti, un accordo separato firmato il 1° aprile scorso dall’azienda e da alcuni sindacati – non la Fiom – nonostante la maggioranza delle Rsu del gruppo si sia espressa in maniera contraria.
Vengono qui a chiedere che gli sia data la possibilità di votare e di decidere sugli accordi che li riguardano, perché ancora una volta a queste lavoratrici e a questi lavoratori viene negata la possibilità del referendum.
Chiedono rispetto, chiedono democrazia, lo striscione che apre la manifestazione dice: “noi costruiamo navi, noi decidiamo sugli accordi”. Chiaro.
Sono gli stessi che hanno impedito, con una lotta durissima, la quotazione in Borsa della Fincantieri, un’operazione che alla vigilia della violenta crisi che ha travolto la Borsa nei mesi scorsi, si sarebbe rivelata drammatica per il gruppo.
Ora sfilano davanti alla sede centrale di Fincantieri, lungo il molo Audace, scandendo i loro slogan, e rivendicando i loro diritti nei confronti di una azienda che solo due giorni fa, ad Ancona, è stata condannata per comportamento antisindacale. E non è la prima volta che succede.
Basta guardare gli sguardi di tutti quelli che sfilano oggi per capire che hanno ragione e che non molleranno facilmente: fino a quando non ci sarà un nuovo accordo, giusto e dignitoso, approvato dalle lavoratrici e dai lavoratori del gruppo, questa vertenza non finirà. CS

1 commento:

  1. Navi e biciclette cosa hanno in comune?
    Mi vengono in mente i racconti di mia nonna: negli anni trenta partiva in bicicletta dala campagna per andare a lavorare in una fabbrica di biscotti in città(20 km.all'andata e 20 km. al ritorno !) per sei giorni alla settimana.
    Per due anni però la stessa strada l'aveva fatta a piedi per potersela comprare la bicicletta !!
    La nave invece l'aveva presa mio nonno per andare a lavorare in America, in veneto non c'era il lavoro per mantenere tutti i figli!
    Storie del passato... di dure fatiche per poter mangiare che però si ripetono ai giorni nostri.
    Non ci si ricorda che i migranti erano i nostri nonni ... ora ci si scaglia contro gli stranieri che ci rubano il lavoro...mandandoli tutti a casa se perdono il lavoro!!!
    E' la guerra tra poveri!!
    Per fortuna un sindacato che tutela i diritti dei lavoratori, di chi il lavoro l'ha perso o non l'ha mai avuto ancora resiste : la FIOM !!
    che inforcata la bicicletta,come le staffette partigiane... sta girando l'Italia per dirlo a tutti.
    Proprio in questo momento di crisi generale in cui ci sentiamo indifesi, demoralizzati e rassegnati dobbiamo capire che la lotta è l'unica arma che abbiamo per difendere la dignità del lavoro !!
    Oggi i lavoratori della FIncantieri c'e l'hanno dimostrato!!
    GRAZIE ai nostri "metalciclisti"...le nostre staffette partigiane!!!
    Ciao da Sergio.

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