Ieri a Roma si è concluso a Porta San Paolo, luogo simbolico della resistenza romana al nazi-fascismo, il Giro ciclistico “Il Lavoro in marcia” nella Italia della crisi organizzato dalla FIOM-CGIL, con l’adesione di Arci e Uisp.
Il giorno precedente le due carovane ciclistiche, quella partita da Padova il 17 maggio e quella partita il 27 maggio dallo stabilimento FIAT di Pomigliano d’Arco, si erano ricongiunte a l’Aquila.
La FP-CGIL Campania ha aderito alla manifestazione organizzata dalla Fiom-Cgil e la FP-CGIL-MEDICI ha assicurato, per alcuni giorni, la presenza di medici sull’autoambulanza della CRI di Pompei al seguito della carovana ciclistica.
E’ stata una esperienza intensa e coinvolgente che ha consentito di riportare al centro della attenzione il lavoro, i diritti, la democrazia, vale a dire il paese reale oscurato dai mass-media per dare spazio al paese virtuale; un modo per riaffermare con forza che il lavoro unisce.
La tenacia e la forza degli operai che hanno partecipato a questa manifestazione ciclistica rappresentano l’emblema del lavoro che, in questo periodo di dissesto sociale ed economico, è mortificato, svilito, tradito e trascurato dagli organi di informazione, tranne nei casi delle stragi di operai morti sul lavoro.
L’accoppiata lavoro–ciclismo ha un alto valore simbolico. Il ciclismo, forse come nessun’altra disciplina sportiva, riesce a coinvolgere gli spettatori perché pedalare è sudore e sofferenza. Il ciclismo è una metafora della vita: c’è gioia, passione, dolore, fatica, successo, ma anche sofferenza, sacrificio, debolezza, sconfitta.
Questo è il paese reale al tempo della crisi che la FIOM, così come la FP-CGIL Campania e la FP-CGIL-MEDICI, ritengono ineludibile riportare al centro della agenda politica italiana.
Bisogna ricomporre quello che la crisi, il Governo e Confindustria tentano di disgregare E di dividere, come i lavoratori pubblici da quelli privati, i lavoratori anziani da quelli giovani, i maschi dalle femmine.
In questo periodo di decadimento etico, culturale, sociale e politico dell’ Italia non deve sfuggire che l’attuale Governo di centro-destra incarna il neoliberismo nella sua versione più aggressiva quella populistica.
Il Governo Berlusconi è una maggioranza che in un periodo di recessione e di stagnazione, esprime gli umori peggiori del nostro paese facendo leva sul sentimento di paura che attanaglia gli italiani e che viene artatamente alimentato dai mezzi di informazione.
Una maggioranza politica autoritaria, lobbista ed eversiva, che è sostenuta da un blocco sociale compatto, che sta attuando una politica populista di destra, il cui programma si fonda su una delegittimazione delle istituzioni repubblicane e della Costituzione, su un attacco alla libertà individuale, alla laicità dello Stato, alla libera informazione ed alla magistratura, sulla privatizzazione dei servizi pubblici esplicitata nel “Libro Verde” di Sacconi, su un ridimensionamento del ruolo del sindacato con la controriforma del sistema contrattuale e su un attacco allo Statuto dei Lavoratori con la messa in discussione del CCNL che di fatto muta la dimensione collettiva, sociale e politica del lavoro, così come sancito dalla Costituzione, in una dimensione individuale, alla mercè del mercato.
Un laboratorio di politica conservatrice che tende ad azzerare i corpi sociali intermedi di questo paese, che aggrega un blocco sociale estranea per cultura e storia ai valori costituzionali e che proietta definitivamente l’Italia al di fuori della Costituzione, stracciando anche quel capitolo III che disciplina le relazioni economico-sociali e che fissa nel primato e nella tutela della dignità e della sicurezza del lavoro il limite invalicabile della iniziativa privata.
Così, decreto dopo decreto, come l’intervento sul diritto di sciopero e l’incivile decreto sulla sicurezza, si sta affermando nel nostro paese l’assuefazione alla inciviltà ed alle barbarie, la negazione dei diritti di cittadinanza, la crisi della democrazia rappresentativa, l’insofferenza ai pesi e contrappesi sanciti dalla Costituzione.
Contro questo progetto di restaurazione che persegue lo smantellamento delle conquiste sociali di questo paese bisogna opporsi sapendo che ciò richiede uno sforzo enorme da parte di tutti noi in un contesto socio-economico e politico difficile.
La CGIL da diversi mesi sta affrontando una lotta politica che declina un paradigma alternativo, perché la CGIL incarna la volontà di tanti lavoratori e lavoratrici che credono e lottano per realizzare una società che elimini le disuguaglianze sociali, una società equa e solidale in grado di includere e non emarginare, una società che ridia tutela e dignità al lavoro, che potenzi un Welfare universalistico per rendere esigibili i diritti di cittadinanza e garantisca un modello di sviluppo di qualità, indispensabile per superare questa crisi.
Per questo ben vengano manifestazioni come “Il Lavoro in marcia” che riportano i problemi del paese reale al centro della agenda politica e che tendono a tessere una alleanza con i cittadini, per rendere esplicito all’opinione pubblica l’intimo legame tra tutela del lavoro e la libertà, tra solidarietà e uguaglianza, tra responsabilità individuale e collettiva.
Infine, è necessario ribadire il nesso che lega la vita economica alla qualità della democrazia, la partecipazione democratica al riconoscimento alle istituzioni pubbliche di ridistribuire in modo equo parte delle risorse prodotte e di offrire servizi per rendere esigibili i diritti di cittadinanza inscritti nella Costituzione Italiana, un patrimonio di valori da difendere, un programma etico da attuare per rafforzare in questo paese la democrazia e conferire centralità al lavoro.
Il Segretario Generale FP-CGIL CAMPANIA Luigi Savio
Il Segretario Regionale CGIL-FP-MEDICI Giosué Di Maro
Napoli, 1 giugno 2009